
Il Mercante
05/08/2022
Killers
06/08/2022INSANIA
Claudio Monzio Compagnoni Presenta Una produzione BAIRES sceneggiatura orginale di Stefano Scaramuzzino con LAURA MONACO STEFANO SCARAMUZZINO con la partecipazione straordinaria di STEFANO STARNA Regia di CLAUDIO MONZIO COMPAGNONI
Segreti e desideri viaggiano al suono di primordiali vibrazioni.... ...e una effimera euforia oscillante nel nulla di meschine passioni si impossessa delle nostre membra e delle nostre anime. (da INSAN(I)A raccolta ontologica di C.Monzio Compagnoni)
Durante il “viaggio”, che si snoda lungo corridoi, apparentemente senza fine, e in stanzoni che, in passato avevano ospitato pazienti con gravi patologie mentali, la prostituta informa l’uomo di aver perso una scarpa di ritorno dalla sua “giornata lavorativa”. Seguono sequenze veloci di un altro uomo, non riconoscibile, che segue la coppia sempre più insistentemente nel labirinto e sempre più da vicino. Il continuo apparire di quest’uomo mette a disagio la donna che si spaventa e, spesso, tenta di fuggire. Nell’ultima fuga, frastornata e terrorizzata, la donna, afferrata la mano dell’uomo, lo trascina, obbligandolo a seguirla, in una corsa mozzafiato, fino a trovarsi appartati in un angolo isolato dell’edificio. Ormai isolati e sentendosi al sicuro, i due si baciano appassionatamente, preludendosi una travolgente storia d’amore. All’improvviso, il volto dell’uomo che aveva accompagnato la prostituta si trasfigura nelle fattezze dello strano individuo che li aveva tampinati fino a poco prima. La donna atterrita tenta di difendersi con ciò che è alla portata delle sue mani: è con il tacco, lungo ed appuntito della scarpa che la prostituta trafigge l’occhio di quell’essere feroce. L’uomo sanguinante, malconcio, rabbioso, strangola la donna e, poco dopo, si allontana da lei, abbandonandola nella sporcizia, tra cumuli di rifiuti. Seguiremo nuovamente, nella cella, davanti allo specchio che abbiamo inquadrato all’inizio della storia, l’uomo e l’entità che li seguiva. Dai loro dialoghi, scopriremo che si tratta della stessa persona. Assistiamo ad un altro confronto con la vittima, sull’amore perduto, ucciso: “Fatto sta che le cose che si perdono non si ritrovano più” recita l’ultima riflessione dell’uomo; il tutto sembra ripetersi in un ellisse temporale e lui, ormai, è consapevole che dovrà reiterare quella sequenza di atti e non potrà più tornare indietro. Nell’ultimo tentativo della donna di indirizzare la storia in un altro modo, lo spettatore potrà considerare quanto salute mentale ed INSANIA siano divisi soltanto da una sottile membrana che è destinata a lacerarsi anche in presenza del più banale insulto alla normalità del vivere quotidiano.